L’ottantesima edizione dell’Eicma ha sancito il definitivo consolidamento delle case asiatiche come leader mondiali del settore.

Se nel mondo della velocità vincono le case europee, in particolare l’italiana Ducati, nei mercati dominano i costruttori asiatici, in particolare cinese e indiani.

Non si tratta più di modelli di brand europei realizzati su commissione in Asia. Parliamo di marchi che si presentano in pompa magna con il proprio nome e con la propria gamma. Senza entrare nello specifico delle singole case, chi ha girato per gli stand milanesi avrà di certo notato che di queste almeno 8 su 10 erano Made in Asia.

Questo significa una sola cosa: siamo stati divorati

E’ un male? E’ un bene? Entrambe le cose. Un male perché questo si traduce in meno posti di lavoro europei e meno ricchezza da distribuire. A proposito dove sono le istituzioni europee? Possibile mai che non si tutelino le aziende che, giustamente, rispettano i diritti dei lavorati e l’ambiente a scapito di chi in merito letteralmente se ne frega?

E’ un bene, perché questo si trasforma in un’offerta di modelli a prezzi accessibili anche alle fasce che maggiormente soffrono la crisi.

Di sicuro per le concessionarie sarà difficile scegliere quali marchi trattare; di certo dovranno scegliere se trasformarsi in meri discount o cercare di fare la differenza anche con prodotti che, sostanzialmente, si presentano quasi uguali.

Una curiosità: la reperibilità dei ricambi come sarà? Scommetto che molte di queste case saranno solo delle meteore; questa, però, è un’altra storia.

Per quanto riguarda le case che maggiormente mi hanno colpito faccio due premesse. La prima è che oggi Ducati rappresenta senza ombra di dubbio la casa che offre il miglior prodotto. La qualità raggiunta dalla casa di Borgo Panigale è superlativa, a parer mio superiore anche di quella della concorrenza tedesca. La seconda è che Ktm è diventata la casa che meglio coniuga la qualità e la tecnologia ai concetti di sportività, originalità e voglia di viaggiare.

A sorprendermi, però, sono state la Moto Morini e la Royal Enfield

Quest’ultima con l’Himalayan 450 ha segnato un altro punto a suo favore perché le sue moto sono originali, ben fatte, economiche nell’acquisto e nella gestione ed hanno fascino.

Grazie alle X-Cape 1200, Calibro, Milano 1200, Corsaro 750 e Corsaro Sport, la casa che ha sede a Trivolzio amplia la gamma con moto belle e dalle motorizzazioni originali.

Degna di essere menzionata anche la nuova Moto Guzzi Stelvio che regala, finalmente, alla casa di Mandello del Lario una macina chilometri bella da vedere. I modelli elettrici, seppur presenti, non hanno suscitato grosso interesse, anzi…

La regine è lei

Sono convinto che vi suonerà strana l’idea che per me la regina di questa edizione è la Royal Enfield Himalayan 450. A farle vincere la corona c’è il progetto che l’ha fatta nascere. In un’epoca dove le super cilindrate, i tanti cavalli e l’elettronica la fanno da padrone, si dimentica che un cilindro, 40 cavalli e la gestione umana degli stessi sono gli ingredienti di una ricetta in grado di farci girare per il mondo e divertirci.

La redazione de Il Tabloid ringrazia gli sponsor DotoliM2, Cumaricambike e AlaTwins. Con Maurizio Dotoli, Diego Russo, Antonio Gallo e Davide Liccardo ci lega un rapporto non solo professionale ma anche di stima e soprattutto di passione, quella per le due ruote.

Permette, infine, un ringraziamento a mio padre Luigi: a 76 anni suonati parte da Napoli per raggiungere Milano e vivere con il figlio la loro passione; un grande!

Appuntamento al 2024 per festeggiare i 110 anni di vita della manifestazione.