La scelta del casco giusto per noi motociclisti riveste un ruolo fondamentale: da essa dipenderà la nostra incolumità e vita in caso d’incidente. Molte volte questi aspetti non sono presi in considerazione quando acquistiamo questo indispensabile accessorio. Scegliamo senza valutare alcuni aspetti e qualità che, a prescindere dal prezzo, sono invece basilari.

Così abbiamo chiesto consigli su come indirizzare le nostre scelte ad Antonella Rea della Moto&Moto di Giugliano in Campania: “Sul – spiega – dilemma casco integrale o jet, la preferenza va basata sull’utilizzo che si farà dello stesso. Ci sono due grandi famiglie per quanto riguarda le calotte esterne; policarbonato e fibra. Le prime, più economiche, di solito sono realizzate con materie plastiche come il Lexan (il nome varia dal marchio). C’è l’immissione della plastica fusa in uno stampo e quando cadono tendono a spaccarsi. Va detto che un buon casco in policarbonato presenta le stesse caratteristiche di protezione di uno in fibra. Le seconde, invece, sono più leggere perché la fibra rispetto al policarbonato offre pari resistenza ma con uno spessore inferiore. La fibra è un tessuto e passiamo da quelle in vetro (economica) a quelle in kevlar, carbonio e titanio (pregiate). A fare da collante ci pensa la resina e quando cadono, tendono a flettersi”.

Dalla calotta esterna, Antonella passa a quella interna: “E’ – sottolinea – l’anima del casco. Realizzata in polistirolo, svolge l’importantissima funzione di assorbimento dell’energia scaturente dall’urto, per dissiparla e non trasmetterla alla testa. Nei caschi di buona qualità è stampata con diverse densità. Gli interni, realizzati in tessuto come il Coolmax, devono garantire il comfort. La vestibilità svolge una significativa funzione di sicurezza passiva, perché se ad esempio entra il vento, il guidatore potrebbe distrarsi. Infine il casco difende la testa, non il collo; a tal fine sarebbe utile poter fare affidamento su un buon air bag, poiché è l’unico sistema in grado di immobilizzarlo e proteggerlo al tempo stesso”.

Bilanciamento e taglia giusta sono prerogative primarie: “L’indice del peso – dice Rea – è relativo. Più che ai grammi bisogna guardare al bilanciamento, perché l’insieme deve incidere il meno possibile sul collo. Un casco sportivo presenta un baricentro diverso da quello turistico e questo va tenuto a mente al momento dell’acquisto. La taglia è basilare nella scelta e ogni azienda ha una calzata diversa; questo perché hanno normoteste differenti. La calzata europea è diversa da quell’asiatica e americana; la prima ha una parte frontale più ampia, la seconda il cranio arrotondato, l’ultima un cranio più allungato. L’aderenza al viso rientra nei fattori della sicurezza passiva, perché se non sufficientemente aderente alle guance, il casco tende a spostarsi con l’aumentare della velocità. Inoltre non deve stringere alle tempie e nella zona della nuca non deve presentare giochi. Altri aspetti legati alla sicurezza passiva sono la ventilazione e l’antiappannamento. Gli interni non devono far sudare e la visiera deve garantire una buona visibilità anche in caso di basse temperature e pioggia”.

Sul sistema di ritenzione e sulla manutenzione Antonella della Moto&Moto la pensa così: “Il fatto – evidenzia – che l’unico sistema di chiusura omologato per le corse sia quello del doppio anello o doppia d dovrebbe far riflettere. Il casco, poi, all’esterno va pulito solo con un panno in micro fibra e acqua; per gli interni vanno bene gli igienizzanti comunemente in commercio. Sul nostro sito www.motoemoto.biz o presso la nostra sede di Via Ripuaria 225 è possibile visionare l’intera gamma dei migliori marchi presenti sul mercato. Due ruote è bello, con un buon casco in testa è meglio!”.