Chiunque possieda un veicolo deve pagare ogni anno il bollo (o tassa di circolazione). Può succedere, però, di dimenticarsi di pagarlo o di non avere la possibilità di farlo.
Cosa succede?
È possibile pagare il bollo in ritardo quindi, nel caso in cui ci si accorga della mancanza, si può comunque regolarizzare la propria posizione.
Nel caso in cui non si provveda a pagare, entro al massimo 3 anni, la Regione invia un avviso di pagamento che comporta l’iscrizione al ruolo dell’importo dovuto.
In seguito l’Agenzia delle Entrate provvederà alla notifica della relativa cartella esattoriale per quanto non è stato pagato.
Se entro due anni non avviene tale notifica
Se entro due anni non avviene tale notifica, c’è la decadenza del bollo auto e dunque il contribuente non dovrà pagare nulla.
Se invece la notifica della cartella esattoriale avviene normalmente entro 60 giorni, il contribuente sarà tenuto a pagare il bollo e, se non lo fa, l’Agenzia delle Entrate potrà procedere con un provvedimento esecutivo, pignorando il conto corrente, lo stipendio o la pensione del contribuente.
Potrebbe anche essere disposto il fermo amministrativo del veicolo che non potrà circolare.
Non c’è nessun obbligo di comunicazione del fermo amministrativo del veicolo, tuttavia, nel caso in cui l’automobilista circolasse comunque con il mezzo, potrebbe incorrere in pesanti sanzioni nel caso venisse fermato dalle Forze dell’ordine.
Si parla di una multa che va da 770 a 3086 euro e confisca del mezzo.
Se non si paga il bollo per tre anni consecutivi, il veicolo viene cancellato d’ufficio dagli archivi del Pra (Pubblico registro automobilistico) della Regione.
La cancellazione è definitiva e dunque il veicolo non potrà più circolare a meno che non venga fatta una nuova immatricolazione.
Nel caso in cui l’automobilista circolasse comunque con il veicolo cancellato dal Pra, può incorrere in multe da 419 a 1682 euro e confisca del veicolo.