La Renault ci ha sempre stupito con le loro soluzioni tecniche, partendo dall’ esuberante Renault 5 turbo Alpine, alla Espace, prima monovolume sul mercato. Oggi in questo periodo dove si parla tanto di ecologia e soluzioni alternative all’iquinamento atmosferico derivante dagli idrocarburi, la casa francese lancia la Twizy, un auto completamente elettrica che si colloca tra uno scooter e una Smart forTwo.
Due le versioni dell’ecologica Renault, la prima, la Twizy 45, con una potenza di 9 cv, guidabile a 14 anni con il patentino, e una velocità massima di 45 km/h, la seconda, la Twizy 80, più potente, con 17 cavalli ed una velocità di 80 km/h, guidabile a 16 anni con patente A1 oppure da maggiorenni con patente B. I consumi sono nella norma, dichiarati a 100 km per carica, ma Renault conferma che la media si aggiri tra i 70 e gli 80 km, con range negativo che si aggira intorno ai 55 se non si segue particolare attenzione ai consumi. Entrambe le vetture non possono viaggiare ne in autostrada ne in tangenziale, sono omologate come quadriciclo e sono da considerarsi come una valida alternativa allo scooter per gli spostamenti urbani.
La Twizy è leggera, 450 kg batteria compresa, e compatta, 2,34 metri di lunghezza e 1,24 di larghezza, mescolando l’agilità dello scooter alla comodità di un automobile. La ecorenault si ricarica in 3 ore e 30 direttamente dalla spina di casa a 220 volt, con presa industriale blu, ma saranno disponibile diversi adattatori per collegarla a qualsiasi tipo di fonte di ricarica.
Il prezzo parte da 6.990 € per la “piccola”, 7.690 € per la versione maggiore in versione “Urban”, qualcosina in più, 8.490 €, per la versione Technic.
La nostra prova. A prima vista il look ci sembra strano ma molto piacevole, senza dubbio molto futuristico, dandoci l’impressione di uno di quei mezzi usati nei film di fantascienza. Il davanti è di buon gusto con due bei fari tondi incastonati in un motivo a “V” molto aperta con al centro lo stemma della casa. Il paraurti è integrato e contiene anche il vano del cavo della corrente lungo 3 metri. Di lato è ancora più bella con le portiere, optional al costo di 600 euro, ad apertura ad ala di gabbiano, senza guarnizioni e senza vetro, la Twizy non ha un sistema di areazione interno. Il posteriore è molto bombato e totalmente chiuso con le luci nella parte superiore.
L’interno è essenziale, non ci sono fronzoli di nessun tipo, i sedili sono diposti in stile scooter, quindi a tandem, quello anteriore scorrevole per permettere la salita al passeggero, a dire il vero non comodissima. La strumentazione comprende il contachilometri digitale, l’indicatore della batteria, un contachilometri che fa il countdown dei km che ci rimangono. Sulla sinistra ci sono i pulsanti della marcia avanti, del folle e della marcia indietro e una presa da 12 volt. Lo sapzio sembra non mancare, con i due portaoggetti sul cruscotto, in aggiunta al vano supplementare nello schienale del passeggero e, quando si è da soli, lo zaino estendibile da 50 litri che si sitema sul sedile posteriore.
Su strada. Stacchiamo il cavo di corrente e lo riponiamo nell’apposito vano, si fa salire il passeggero, e si sale allacciando la cintura, anzi le cinture, visto che sono ben due una tradizionale e una sulla destra a mo di tracolla, cintura di sicurezza a quattro punti. Si gira la chiave, aspettiamo il GO sul cuscotto, spingiamo il pulsante D e si parte.
La guida è briosa, cosa che non ci aspettavamo, la taratura dell’accelleratore è ottima e dosabile alla perfezione, molto utile la funzione dei km che diminuiscono dandoci l’indicazione di quanta strada possiamo ancora percorrere visto che se ti ci fai prendere la mano i consumi aumentano drasticamente. In pratica la Twizy ci insegna un nuovo modo di andare in auto, senza sgasare da semaforo a semaforo e senza…pause dal benzinaio. Una ricarica completa quando si è a secco costa all’incirca…2 euro.
L’altra cosa che ci ha enormemente sorpreso è il recupero dell’energia del freno motore , in pratica il sistema Kers/Srec, sviluppato proprio da Renault in Formula 1, e la sua grande efficacia tanto da non dover quasi mai utilizzare il freno vero e proprio, basta agire sull’accelleratore. La guida è molto fluida e fino ai 35-40 km/h, con la vettura che si dimostra molto silenziosa, aumentando si comincia a far sentire. La copertura al meteo purtroppo non è totale con le portiere che coprono solamente la metà inferiore, quindi d’inverno ci si deve coprire bene come quando si è in scooter, è disponibile però una coperta termica per le gambe. A livello di sicurezza, anche qui ci ha messo mano il Team di sviluppo della Formula 1, con molti crash test effettuati e migliaia di km percorsi. La Twizy è equipaggiata con l’airbag e quattro freni a disco, quest’ultimi se messi in crisi non sono certo un pregio.
Man mano che si guida si impara a dosare bene questa vettura e noterete fin da subito che i km disponibili che dava all’inizio aumenteranno, passando da i 55 che dava all’inizio ai 70/80 che dichiara la casa, catapultandoci inevitabilmente nello stile di guida appropriato a questa vettura.
In generale la Twizy è divetente, sicura, ha un buona tenuta di strada, e un bel look, di contro la mancanza del servosterzo si fa sentire specie in manovra, ma mai in guida, risultando invece preciso e netto. La mancanza di una combientazione totale fa si che quando si capita di fianco ad un mezzo che dell’ecologia ha dimenticato il significato i fumi invadono interamente l’abitacolo e purtroppo vista la conformazione interna dell’auto vi rimangono per un po’. In caso di pioggia il passeggero è veramente in balia dell’acqua cosa che non accade al pilota visto il parabrezza, a meno che non piova a vento.
Forse l’unica vera pecca da non sottovalutare è la mancanza totale di visibilità posteriore dovuta alla chiusura totale della parte dietro, obbligo quindi di usare gli specchi laterali per evitare di fare qualche danno e scomdo in termini di marcia per chi è abitutato ad usare spesso lo specchio centrale.
In fine il vero dubbio che ci assale è il seguente, la soluzione è perfetta per chi lavora in città e percorre una media di km che si aggira intorno ai 70 definitivi, ma che possono senza dubbio aumentarre se ci si ferma in parcheggi in cui è disponibile la corrente elettrica, oppure nelle aree messe a disposizione dei comuni per le ricariche…. ma esistono?
Emanuele Bompadre
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